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Testi provenienti dall' Archivio Sughi
Antonio Del Guercio L'aperta vicenda di Alberto Sughi
A. Del Guercio, E. Frattarolo, G. Bonini: Alberto Sughi 70 dipinti dal 1958 al 1988. Mostra al Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 17 Aprile - 22 Maggio 1988
(Torcular Edizioni d'Arte, Milano, 1988), pp.11-22
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"Voglio dire, insomma, che distaccata dal contesto europeo, tipicamente europeo, di quella vasta
diramazione di ricerche e proposte e soluzioni che io definii come area internazionale della “figurazione critica”, la
lettura della vicenda di Sughi rischia di restare sostanzialmente incompresa. Perché essa prende la propria
significazione effettiva dal reale contesto problematico entro il quale essa si determina: un contesto di
interlocuzioni, bene aldilà dell’orizzonte italiano, con i tedeschi post-avanguardistici non riduttivamente
letti però nel semplice livello della tipologia denunziante che essi animavano; con i Precisionisti americani,
pittori della urbanità desolata, anch’essi, non meno forse che i tedeschi, debitori a De Chirico metafisico di
quel “silenzio del mondo” che pure ne abita le immagini; con il grande Edward Hopper, che rovescia come
un guanto la tradizione realistica americana, violentemente portandola fuori dai suoi
vecchi linguaggi neoottocenteschi e innestandola su un calvinistico pessimismo che sembra
rispondere con religiosità tragica all’agnosticismo tragico del sodalizio francese degli anni Trenta,
dal quale, per la pittura e per la scultura, s’innalzò l’alta proposta di Alberto Giacometti. È all’arco ampio di artisti apparsi dopo la guerra, soprattutto in Italia e in Francia, i quali dialogono, fra l’altro,
con le aree di cultura artistica “fra le due guerre” alle quali ho fatto riferimento, che Sughi
appartiene, con la propria voce singolare."
Antonio del Guercio |
Versione integrale del saggio di A. Del Guercio disponibile in PDF |

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9 May 2014 |
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