Alberto Sughi, Piano Bar Italia, una delle 72 opere plagiate
da Wada e che valse a Wada il prestigioso Seiji Togo prize
 Storia di Copertina: I Mecenati
08/01/2006
di SANZO TANAKA, THE ASAHI SHIMBUN
Nel mondo dell’arte e’ conosciuta come “luna di miele”, la scoperta di un giovane talento e poi la sua fioritura sotto la guida e protezione di un critico d’arte. Puo’ trattarsi di una relazione piacevole che procura fama e fortuna ad un artista ambizioso, ma come il mondo dell’arte adesso scopre, e’ un processo che puo’ a volte daneggiare la credibilita’ dell’intera comunita’ artistica .
Il 5 Giugno 2006 accuse di plagio fecero rapidamente cadere il pittore Yoshihiko Wada dal piedistallo sul quale stava nello scenario dell'arte Giapponese. L’episodio sollevo’ questioni gravi per quei critici d’arte che tanto per cominciare su quel piedistallo lo avevano elevato.
Wada, 66 anni, ha percorso un lungo cammino prima di cadere. Nel 2002 vinse il 25mo Premio d’Arte Seij Togo (Seiji Togo Memorial Sompo Japan Museum of Art Grand Prize); ottenne un premio alla rasegna d’arte moderna Ryoyo no Me e nel Marzo scorso gli fu conferito il The Minister of Education Award for Art (Il Premio per l’Arte del Ministero dell’Educazione).
Poi la disgranzia, quando molti dei dipinti di Wada furono trovati essere virtualmente identici ai lavori dell’artista italiano Alberto Sughi.
Il 5 Giugno, il Dipartimento dei Beni Culturali (The Cultural Affairs Agency) revoco’ il Premio per l’Arte del Ministero dell’Educazione con questa dichiarazione “Ci sono ragioni convincenti per credere che i dipinti fossero i prodotti di un plagio”. Due giorni dopo Wada fu anche privato del Seiji Togo prize.
Wada sfrontatamente continua a negare tutte le accuse che sono state rivolte contro di lui.
Contattato dal The Asahi Shimbun, racconto’ che dopo la morte di sua moglie nel 1989 si senti' senza pace e decise di andar via dal Giappone. Ando’ in Europa, che egli stesso dice, divenne il suo giro di boa. Disse che lancio' allora a se stesso la sfida di rielaborare il tema lavorativo di Sughi. Questa, dichiaro’, e’ la ragione per cui ci sono cosi’ tante similitudini tra i rispettivi lavori.
Ma apparentemente vi fu almeno un altro motivo ad aver sospinto Wada: il suo desiderio di riconoscimento nel mondo dell’arte. Wada era sotto molto aspetti estremamente bramoso di fama.
Shigeo Toya, uno scultore e professore al Musashino Art University di Tokyo, ricorda di essere stato sorpreso dall compertamento di Wada durante il suo ultimo anno al campus universitario. Wada, a quei tempi un professore precario a Musashino, avvicino’ Toya chiedendogli inaspettatamente: “Come e’ riuscito lei ad ottenere il Premio per l’Arte del Ministero dell’Educazione?” Toya, che vinse il premio nel 2003, rispose: “Stavo lavorando come di mio solito quando ricevetti una telefonata in cui mi fu chiesto se avessi accettato il riconoscimento. Questo e’ quanto e come feci”. Wada, secondo alcune altre testimonianze, avvicino’ un altro professore anche lui precario e alludendo ad una cattedra per quello presso un’altra universita’, chiese di potere esser introdotto ad uno specialista dell'arte che teneva allora una considerabile influenza nella scelta dei vincitori del Premio per l’Arte del Ministero dell’Educazione. Wada piu’ tardi pago’ una visita in persona a detto critico.
Molti ritengono che simili critici abbiamo molto a cui dover rispondere, soprattutto sui criteri di distribuzione dei premi d’arte.
Quest’anno la giuria del premio il Premio per l’Arte del Ministero dell’Educazione era formata da sette membri: Tadayasu Sakai, direttore del Setagaya Art Museum; il critico d’arte Teizo Taki; Natsuko Kusanagi, direttore artistico del Hiratsuka Museum; Akira Tatehata, direttore del National Museum of Art, di Osaka; Shigeo Fukuda disegnatore grafico; Yoshishige Yoshida, regista cinematografico; e Hiroyuki Suzuki, professore di storia dell’architettura all’ University of Tokyo.
La giuria si riuni’ a Gennaio per la scelta del vincitore. Alla fine Wada ottenne quattro dei sette voti del consiglio.Stando ai tre membri che non votarono per lui --Sakai, Kusanagi e Tatehat -- fu proprio Taki che risolse l’esito in favore di Wada.
Taki, poi si seppe, aveva gia’ atteso alla mostra di Wada al Tsukuba Museum of Art nella sede dell’ Ibaraki Prefecture nel Novembre (2005), proprio quando un primo sentore di plagio emerse.
Pochi istanti prima dell’inaugurazione a Tsukuba un giornalista noto’ che i lavori di Wada assomigliavano da vicino a quelli di Sughi. Il museo perdette un poco la testa e pasticcio’ nel tentativo di mettere precipitosamente in piedi un allestimento che spiegasse le discusse similitudini mentre Wada, in fretta e furia, ando’ ad accostarsi ad uno dei suoi dipinti con le parole scritte in italiano “omaggio a Sughi”.
E cio’ nonostante Taki mai fece di tutto questo episodio menzione alcuna al consiglio di giuria del premio ministeriale. Ne tanto meno si presento’ il 5 Giugno quando il consiglio si riuni’ per riesaminare il caso al Cultural Affairs Agency e decise di revocare il premio a Wada. Invece Taki fece pervenire allora una sua dichiarazione in cui diceva che “l'idea di originalita' supposta da Wada e' un'assurdita'" e "una priva di ogni fondamento" .
Sakai, Kusanagi e Tatehata presero parte a questa riunione. Sebbene sostennero di non aver dato il loro voto a Wada, Tatehata disse: "Siamo ugualmente responsabili della sua scelta."
Una situazione analoga si ripeta’ in occasione della revoca a Wada del Seiji Togo Memorial Prize il 7 di Giugno. La giuria del premio includeva quattro critici d’arte: Yasuo Kamon, Tamon Miki, Tetsuro Kagesato e Mamoru Yonekura, piu’ il direttore del museo stesso. Quando lo scandalo scoppio’ Kagesato offri’ di dimettersi . "Io non votai Wada ma sono ugualmente responsabile per la sua scelta finale" disse Kagesato.
Il catalogo dei vincitori dei premi del Seiji Togo e’ una finestra aperta sulla strettissima trama di relazioni di cui Wada godeva con alcuni membri di quella giuria. Nel catalogo il critico Mamoru Yonekura, Direttore della Facolta’ d’Arte a Tamas, nonche’ Direttore del Matsumoto City Museum of Art in Nagano Prefecture, copre con elogi il lavoro di Wada. Il catalogo include anche i ritratti fatti da Wada dello stesso Yonekura e del critico Taki. E la bibliografia mostra che Taki ha scritto su Wada o e’ stato intervistato con Wada in almeno 12 occasioni, Yonekura in 8. Quando il nostro giornale (The Asahi Shimbun) provo’ a chiamare, Taki riattaco’ il telefono. Mentre per quel che riguarda Yonekura, la sua famiglia dice che il critico non concede alcuna intervista.
Entrambi i due uomini e cosi’ anche la signora Kusanagi, sono anche coinvolti nella selezione degli artisti per la rassegna di pittura moderna al "Ryoyo no Me", rassegna che conferi’ pieni onori a Wada ed un premio lo scorso anno (2005). Ora la signora Kusanagi ha fatto richiesta che il lavoro di Wada non vada in mostra nella rassegna in programma nel 2007. Ha minacciato di dimettersi nel caso l’invito a Wada non venisse ritirato. Una decisione al riguardo pende tuttora..
Nel frattempo sono state proposte alcune prime misure per tentare di far diventare il processo di conferimento dei premi d’arte uno meno incestuoso. Il Cultural Affairs Agency ha deciso di allargare il numero dei membri della propria giuria, e il Seiji Togo Memorial Sompo Japan Museum of Art ha annunciato che un nuovo modo di procedere in materia di selezione dei premiati verra’ varato, anche se in quale modo ancora non sia dato a sapersi.
Ogni sforzo di radicale riforma per poter venire considerato serio dovra’ affrontare seriamente la misteriosa relazione di consorzieria tra artisti e i loro critici protettori. E’ giunta l’ora che il mondo dell’arte la smetta di far finta di nulla.
(IHT/Asahi: August 1,2006)  |