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Alberto Sughi

Nascita di un quadro ( l'Unità, 11 Agosto 1983)

... adesso sono solo nello studio silenzioso con queste grandi tele appoggiate alle pareti; le guardo dapprima con un certo smarrimento, poi quasi le accarezzo: vorrei che fossero loro a guidarmi la mano, a suggerirmi cosa devo dipingervi sopra.
Non so bene perché abbia voluto ripristinare una pratica abbandonata da tempo: preparare io stesso le mie tele. Chissà, forse mi piaceva rivisitare l'origine artigiana del lavoro del pittore.
Adesso guardo la tela che ho messo sul cavalletto come volessi già intravedere l'immagine che vi prenderà forma... ho già in testa il titolo che vorrei dare a questo quadro: "La luce del mattino".
Il pensiero corre lontano, a quando guardavo, allorché il sole si leva, illuminarsi la collina davanti alla mia casa di Carpineta. Restavo incantato a spiare quel lento e magico processo di trasformazione delle forme che vanno prendendo preciso risalto nella luce.
Quante volte ho pensato che lo spettacolo a cui assistevo si ripeteva da sempre; che un'infinità di persone tanto tempo prima di me aveva visto la stessa scena che mi incantava; certamente con disposizioni culturali e sentimentali diverse dalle mie; ma in tutti i casi, partecipando allo stesso evento che incantava i miei occhi: la luce che illuminava la collina valeva per me e per loro. E forse c'era anche lo stesso incanto.
Vorrei proprio che fosse "La luce del mattino" il primo dei quadri che sto per incominciare.
Per mettere l'accento sulle esperienze costanti; per tornare a considerare ciò che non muta, che per sua natura non può mutare.
Può apparire singolare che un pittore che da sempre ha creduto di dover inseguire ciò che modifica il modo di essere dell'uomo, che sempre ha cercato, anche a costo di frugare nella cronaca, i segni del nostro cambiamento, si proponga una riflessione che sembra di segno opposto. Che voglia rivolgere la sua attenzione a un tempo più dilatato dove si sfumano le differenze e prendono invece risalto le somiglianze.
E non penso soltanto alla "Luce del mattino", ma anche al volto degli uomini, alla gioia, al sorriso, alla voglia di correre, di non essere soli e a tante ancora.
Non credo quindi, come potrebbe forse potrebbe sembrare questo distogliere lo sguardo dal contingente per riappropriarsi di un tempo più denso e profondo sia il disimpegno o della delusione. E' soprattutto la non morire tutti i giorni insieme alle cose che di giorno.


Alberto Sughi Nascita di un quadro ( l'Unità, 11 Agosto 1983)


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