(18 Settembre, 2007) Capitolo Primo
Sara Caldana, Alberto Sughi al Vittoriano
Alberto Sughi nasce a Cesena il 5 ottobre 1928 e riceve i suoi primi rudimenti dallo zio pittore. Inizialmente dai toni espressionisti, negli anni successivi si ritaglia uno spazio tra realismo e pittura sociale. Fondamentale il ciclo "La cena", metafora della società borghese. Nel 1983 concepisce il trittico "Teatro d'Italia": " elenca i personaggi della nostra 'commedia', non va oltre; ma attraverso la suggestione della forma consente di riflettere, ognuno come crede, su uno stato delle cose, del nostro tempo, della nostra esistenza ".
Nel 1996 dipinge "indizi e frammenti", venti opere con le quali Sughi si "riconnette ai luoghi della urbana solitudine", un'anticipazione di "Notturno": l'ultimo dei cicli del '900. Cambiano gli oggetti della sua ispirazione, ma non il suo interesse e le sue motivazioni: " A me interessa misurare la mia pittura con certi personaggi, atmosfere, ambienti. Quando dipingo non mando messaggi e non dò giudizi. La pittura mostra, non argomenta. Quando dipingo, non penso di creare un capolavoro: lavoro ad un quadro che aggiusto e riprendo e modifico, seguendo un percorso che non ha alcun riferimento con una ragione pratica; sono convinto che il lavoro del pittore non finisca col suo quadro: finisca negli occhi di chi lo guarda".
Ancora poco tempo per chi si trova a Roma e desidera vedere un'esposizione dell'artista. Molte delle sue opere rimarranno al Complesso del Vittoriano fino al 23 di settembre. La mostra percorre le tappe più importanti, dagli esordi, indagando temi e tecniche: dai toni tenui dell'"uomo solo al bar", agli sgargianti colori de "La terrazza". Circa ottanta i dipinti e una sessantina i disegni, realizzati dal 1946 ad oggi. La bellezza delle sue atmosfere risiede nel costante ritratto di nicchie quotidiane, nell' assoluta mancanza di eroi, segni di un'attento osservatore della vita.
Sara Caldana