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Alberto Sughi Al Complesso del Vittoriano, 21 Luglio - 23 Settembre 2007

 

(23 luglio, 2007) RomaOne

Sughi: l'inquieta sospensione dell'arte

Vernissage - Al Complesso del Vittoriano fino al 23 settembre un'antologica sul pittore nato nel 1928: in 80 tele e 60 disegni, atmosfere misteriose, popolata di figure sospese, tra ansie private e critica politica

Roma, 23 luglio 2007 - L'arte di Alberto Sughi apre una finestra su un mondo incomprensibile, assurdo, popolato di figure sgomente, inquiete e perturbanti. Sono quadri che "non parlano", non argomentano alcunché, la cui dimensione è la sospensione del non-evento. La pittura si apre su un vuoto di senso, carico di personaggi che guardano, aspettando, presenze della memoria, senza rapporto tra di loro. Sono condizioni, possibilità di esistenza, non-racconti.

Una grande mostra nel Complesso del Vittoriano (via di San Pietro in Carcere) racconta il percorso di una pittura misteriosa e solitaria, testimonianza di un accanimento, di una tenacia creativa. Sughi parla del mestiere di pittore come di "un regalo che la vita ti fa", da "portare avanti senza orgoglio, con dedizione, con passione".

Una sessantina di disegni degli anni Quaranta, il cui soggetto sono i lavoratori, la gente del popolo, scene di strada, fanno da prologo. Il 1958 è l'anno della svolta per il pittore: da questo momento si dipana un'antologica di 80 dipinti, alcuni visibilmente influenzati da Francis Bacon, ricchi di citazioni, dal teatro di Beckett e Jonesco a Bocklin.

Alberto Sughi è un pittore colto, che ha letto molto ma "ha dimenticato moltissimo", secondo il sociologo Franco Ferrarotti. La sua è una pittura intrisa di riflessione politica, che attinge all'esistenzialismo di Sartre e critica il marxismo ortodosso. Al centro delle tele troviamo la classe politica, i rituali del potere, le cene, i tribunali, le occasioni pubbliche. Ma l'artista guarda anche al privato, all'eros, agli oggetti e alle vertigini quotidiane. Sughi è "campione - secondo Ferrarotti - del pessimismo creativo e nello stesso tempo positivo". Esempio di come gli artisti possono ancora regalare spiragli di utopia, l'idea del totalmente altro, di un mondo diverso.

Francesco Paolo Del Re

 

 

 

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