27 October 2009
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  Palatinate
Alberto Sughi
The ephemeral heaviness of being
Palatinate, The student newspaper of Durham Students' Union (Durham, UK, 6 X 2009), # 709

Nell'edizione di Ottobre 2009 di Palatinate, la storica rivista degli studenti dell'Universita' di Durham, Inghilterra, Rosie Boscawen, che di Palatinate e' Visual Arts Editor, si cimenta in una chiara e suggestiva lettura dei lavori di Alberto Sughi. L'articolo che appare alla pagina 25 di Palatinate e' qui riportato e nella sua versione originale inglese e in una versione da noi tradotta in italiano. L'articolo originale puo' anche essere letto nella website officiale di Palatinate seguendo questa link

Alberto Sughi, Donna sul divano Rosso
Rosanna Boscawen: Alberto Sughi, the ephemeral heaviness of being.
Unnerving, dirty and lost though many of Alberto Sughi’s characters seem, they are undeniably fascinating. Their faces melt away as if acid had been poured on their skin, though this acid comes from within; political corruption or something more personal perhaps, like the loss of a sense of self and faith, is the cause. Sughi is one of Italy’s most famous living artists, and with good reason. His paintings are dark and hazy, yet full of hidden truths which, if looked for hard enough, reveal themselves in a candid and uncritical manner.
‘Art’ and ‘Italy’ tend to sing of perfection formed, as cherubs look down from lofty corners with skin to rival that of a Pampers advert baby, and Madonnas sit serenely with faces of chastity and innocence. His paintings are therefore brilliantly refreshing and are particularly pertinent in today’s political climate. ‘Politici al Recevimento’ (‘Politicians at a reception’) appears to portray a group of suited politicians talking amicably amongst themselves in a bar. In fact, the skin on many of their faces has begun to evaporate, leaving only skeletal shapes made all the more ominous by their entirely white eyes. Thin, washy green runs down over the painting of these powerful men, yet, rather than being an aggressive criticism of the notorious political system it is simply a suggestive observation of the state of things which politely begs some thought.
The figure at the front of this painting stands alone, sad and pensive, as if the image of corruption were coming from his mind’s eye. Similarly, Sughi’s lone characters are often caught in a moment of realisation. Although still clad in their trollop-esque clothes (but they are not necessarily prostitutes), these outfits have begun to fail as a façade of happiness.
‘Donna sul divano rosso’ (‘Woman on a red sofa’) shows a woman whose wealth has drained her of beauty, character and energy. She is not evil, but Sughi’s ruthless black shading on her pinky red skin creates a portrait like that of Dorian Gray, as she realises the substance (or lack thereof) of her life. And it is one which only she can see and know the full horror of. Being alone, she is unguarded in her expression of terror, and we feel only sympathy that thing she is afraid of seems to be herself.
Vice figures significantly in his works, but they are also about a very human fear. One of his most recent works, ‘Stabat Mater’, consists of three huge and intrusively close views of mothers’ faces. Or at least they were mothers; the dead language of the title cruelly echoes the death of their children. One of the most wonderful things about Sughi is that, despite his paintings having an impressionistic quality, he hides nothing. He penetrates their darkest grief and most private anxieties, in the way Conrad does in his writing. The central mother, who holds her hands over her mouth as if to stop herself being violently sick, voices their panic most clearly: they have lost a part of their identities, they are no longer mothers.
For Sughi it is not all doom and gloom, however. In an interview with Sergio Zavoli he said, “I never […] exaggerate the lines in order to voice my own opinion, […] My intention has always been to paint in order to express the highest possible level of truth.” This made me feel a little less guilty about the offence I seemed to cause the gallery curator when I asked if he thought many Italians felt like these isolated characters. “You think they are Italian? I don’t think they are,” he replied, somewhat affronted by my insinuation. Still, corruption and uncertainty, both moral and political, are universal, and in light of Sughi’s comment, nationality becomes yet more irrelevant.
They may seem sad, but really they just show mankind at the lowest moments of self-respect and self-belief. This state of mind is not constant; the woman on the red sofa will probably get up in a minute and smooth down her dress, walk into the next room, and begin chatting in genuine happiness with others who have suffered the same intense fear, unknown to the rest, an hour or two before.
Alberto Sughi’s works feature in many public collections in Italy, as well as in frequent private exhibitions. Look him up next time you’re there for something a little different, or go to www.albertosughi.com .
 
Rosanna Boscawen: Alberto Sughi, l'effimera pesantezza dell'essere.

Per quanto possano apparir irritanti, sporchi e persi i personaggi di Sughi sono innegabilmente affascinanti.
“I loro volti si disintegrano come se un acido fosse stato versato loro adosso”, sebbene questo acido provenga da loro stessi, dal di dentro, rappresenti corruzione politica o forse qualchecosa piu’ personale, come la perdita della propria identita’ e la perdita di fede.
Sughi e’ uno dei piu’ famosi artisti italiani viventi e decisamente per molte buone ragioni.
I suoi dipinti sono scuri e indefiniti e al tempo stesso pieni di verita’ nascoste e, quando guardati con particolare attenzione, ci si rivelano per un loro modo sereno e del tutto imparziale. “L’Arte” e “l’Italia” sono sinonimo di perfezione delle forme, si pensi ai putti che abbassano lo sguardo dagli archi ondulati dei porticati con una pelle d’un candore di qualita’ superiore a quella dei neonati che appaiono su una delle pubblicita’ per pannolini, o si pensi alle Madonne che siedono serene ed innocenti dinnanzi a questi.
Anche i lavori di Sughi sono freschi e brillanti, ma anche particolamente attinenti al clima tormenato della politica italiana di oggi.
Questo e’ particolarmente vero nel caso del dipinto Politici al Ricevimento, che sembra ritrarre un gruppo di politici, soddisfatti, e in amichevole conversazione tra loro al banco d’un bar. Difatto la pelle di molti dei loro volti ha cominciato ad evaporare, rivelando forme scheletriche, evidenziate ancor piu’ dal bianco degli occhi. Segni sottili d’un verde trasparente corrono sul dipinto e sopra questi uomini potenti, ma invece che essere al cospetto di una critica del notorio sistema politico ci troviamo qui difronte semplicemente ad una suggestiva osservazione dello stato delle cose, che con discretezza domanda solo la nostra contemplazione.
La figura centrale del dipinto e’ in piedi, sola, triste e pensierosa, come se l’immagine di corruzione prendesse forma dall’occhio stesso della sua mente. In un modo analogo tante altre figure sole di Sughi sono quasi sempre colte in questi momenti di presa di coscienza e auto realizzazione. Sebbene ancora felici dentro i loro abiti Trollopesqui ( ma queste non sono necessariamente prostitute), i loro indumenti hanno gia’ iniziato a rivelarsi come solo una pretesa felicita’.

Donna sul divano rosso mostra una donna le cui ricchezze han prosciugato la bellezza, il carattere e le energie. Lei non e’ il male, ma le ombre nere che Sughi non le risparmia sulla sua pelle bianco/rosa creano un ritratto come quello di Dorian Gray che lascia trasparire la sostanza (o piuttosto la mancanza di quella) della sua vita. Ed e’ una sostanza di cui lei sola puo’ vedere e conoscere pienamente l’orrore.
Trovandosi sola non si premura di nascondere un’ espressione di terrore. Sembra essere spaventata
solo di se stessa. E il solo sentimento che per lei possiamo provare e’ uno di compassione.

Il vizio figura in modo significativo in molti lavori di Sughi, cosi’ come anche le paure umane. Uno dei suoi lavori piu’ recenti, Stabat Mater, consiste di tre grandi, ravvicinati, quasi intrusivi, volti materni. O perlomeno di tre ex madri. Il titolo infatti ricorda con crudelta’ la morte dei loro figli. Una delle meraviglie di Sughi e’ che malgrado i suoi dipinti abbiano una qualita’ impressionistica lui non nasconda niente.
Gli riesce di penetrare il dolore piu’ cupo e le ansieta’ piu’ private allo stesso modo di Conrad con i suoi scritti. La madre centrale, che si porta le manin sulla bocca come per calmare il dolore, da’ voce al panico nel modo piu’ esplicito delle tre, per aver tutte perso una parte della propria identita’. Non sono piu’ madri.
Per Sughi tuttavia non e’ tutto solo tristezza e squallore. In un’intervista con Sergio Zavoli racconta: “Non ho mai [...] esagerato i segni per dare voce alle mie opinioni. [...]. La mia intenzione e’ sempre stata quella di dipingere per poter esprimere il livello piu’ alto possibile di verita’”
Questa dichiarazione mi ha permesso di sentire un mio senso di colpa alleviato quando credetti di aver causato offesa al curatore di una mostra di Sughi a cui chiesi se gli italiani si ritrovano in questi personaggi solitari. “Lei crede che siano italiani? Io non credo lo siano!” fu la sua risposta quasi infastidita.
Di certo, corruzione e incertezza, sia di natura morale che politica, sono universali, e alla luce del commento di Sughi, la nazionalita’ diviene irrilevante.
Questi personaggi possono apparire tristi, ma in realta’ mostrano solamente l’umanita’ nei suoi momenti piu’ bassi, nei suoi momenti di perdita di rispetto e confidenza verso se stessa. Questo stato mentale non e’ duraturo. La donna sul divano rosso probabilmente presto si alzera’ in piedi e aggiustera’ il vestito, entrera’ nella camera adiacente, e comincera’ a conversare felice e di una felicita’ genuina assieme a coloro che hanno condiviso stesse simili paure, sconosciute agli altri, solo qualche ora prima.
I lavori di Alberto Sughi sono presenti in molte collezioni pubbliche e spesso sono presentate  in gallerie private in giro per Italia. Andate alla ricerca di queste la prossima volta vi capitera’ di trovarvici e troverete qualche cosa di diverso, o visitate la website dell’artista www.albertosughi.com per maggiori informazioni e links in merito al suo lavoro.

Rosie Boscawen

27 October 2009

 
 
 
   
 
     
 
    
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