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Davide Lajolo

La Cena di Alberto Sughi

Alberto Sughi, La cena

«Sopra, nello studio inondato di luce

le tue nuove tele stavano

dipanando un racconto

estatico e tragico:

l'ultima cena di una borghesia

consunta.

La cena in piedi

come usano i ricchi viventi

e le cosce, la schiena

della ragazza seminuda

senza erotismi e senza vizio.

Anche le farfalle si illudono

di girare attorno al sole

quando stanno estinguendosi

nella luce mortale

d'una lampadina artificiale.

Quei volti, quelle mascelle

mangerecce, stinte,

le bocche aperte, le guance

ridotte a mandibole.

Sì, sì, l'ultima cena:

conclusione d'un'epoca

senza averne coscienza,

anzi illudendosi

di sopravvivere

cinicamente, senza senso

in gesti ripetuti da secoli.

In quest'ultima cena

— ecco perché sei pittore

che vieni da lontano,

dal gorgo della poesia e della forza —

c'è già il timore

di un nuovo ordine padronale;

altre prosopopee — le nostre —

che vogliamo cambiare il mondo

affossando il passato,

tornando invece a ripetere

una nuova prepotenza

sterile e triste — di più —

perché volevamo fondare

l'ordine impossibile della totale libertà.

Il tuo discorso va così

più lontano,

all'eterna contraddizione

connaturata nell'uomo

come mi diceva Mao

a Pechino,

una ricerca che non finisce mai,

una balena bianca irraggiungibile,

un Ulisse che sa il vano

del suo navigare la vita

e continua a immettersi

nel mare aperto

disperato e convinto

che questo soltanto

è avere fede nell'uomo».


Davide Lajolo, La Cena di Alberto Sughi, originariamente pubblicato in:
Origini. Quadrimestrale di segno e poesia. Immagini di Sughi in copertina e a pag.6-9-10-11-13. Testi di Marisa Vescovo e Davide Lajolo. Edizioni La Scaletta, San Polo di Reggio Emilia, anno XIII n° 37gini, Giugno 1999

per Davide Lajolo si veda fondazione davidelajolo

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